Finalmente in ferie ...

Dopo 33 domeniche (su 40) passate ad aprire e segnare gli Anelli oggi, 27 luglio 2003, ultimo giorno di lavoro estivo, con un certo grado di rassegnazione, il gruppo va in ferie. Ecco le ultime notizie sui singoli componenti ...
Danilo Piero: di lui si può dire con certezza che passerà questo mese di agosto circondato dalle sacre conifere di Quoilo. Ultimamente ha anche aumentato la cilindrata del suo mezzo di trasporto personale, oltre ad aggiungervi anche due ruote. Ha comprato un Quad, insomma. Se sentite un rombo vagamente colorato di blu è lui che sta passando. Se sentite un rombo colorato di blu è lui, fermo. Speriamo gli sia rimasta la voglia di camminare. Uno di questi giorni mi deve svelare il segreto di un "sentiero perduto".
Danilo Danilo: non è ancora partito (non partirà); lo si vede fare la spola tra il posto di lavoro e la sede della mostra fotografica recentemente allestita per dare risalto agli "Anelli e Vie di Lozzo di Cadore". Sembra che non sia molto persuaso della sistemazione della vetrina. L'ultima volta lo si è visto mentre cercava delle pietre lungo il corso del Rio Rin. Probabilmente intende dipingerle con i segnavia dei sentieri per dare una nota di colore alla famosa vetrina. Sappiamo che intende convincere Eugi della necessità di salire la Grande delle Lavaredo. Vuole mettere un segnavia anche sulla croce della cima Grande.
Danilo Giuseppe (Bepino): dopo aver montato il sontuoso portone di casa sta preparando le valigie per spiccare il volo verso il Sudafrica, dove raggiungerà l'amata sorella e l'amatissima nipotina. Intende portare con se la "Rinaldi 2", un po' per affetto ed anche perché potrebbe essergli utile durante i vari safari fotografici cui intende partecipare negli immensi parchi naturali sudafricani. Sono memorabili i suoi racconti sulla difficoltà di scorgere un elefante a 20 mt. di distanza quando è inserito nel suo ambiente naturale. Posso peraltro garantire che Bepino, seduto sulla Croda dei Rondoi, riesce a vedere, ad occhio nudo, uno stambecco mentre pascola sul Taco Gran.
Danilo Eugenio (Genio): la sera è occupato a rilasciare autografi ai turisti che affollano la piazza del paese (dove è allestita la mostra fotografica). Ciò in virtù del fatto che compare in quasi tutte le foto esposte, oltre all'innegabile charme che aleggia sulla sua figura (in particolare quando porta gli occhiali scuri). Si sa che alla proposta di Danilo di salire la Grande delle Lavaredo ha risposto: "Si ok, ma questa volta voglio farla in meno di 2 ore ... ". Nei giorni scorsi l'hanno visto salire in bici al Passo Mauria e poi, siccome non era stanco, raggiungere Vallesella e poi, siccome non era stanco, ha fatto un salto fino a Sottocastello e poi, siccome non era ancora stanco, ha deciso di tornare a casa.
Danilo Cristian: le prime notti di ferie non riusciva a dormire perché gli mancava la dose quotidina di chilometri che fa abitualmente col suo furgone. Poi si è arreso all'evidenza anche se durante la sagra di S. Lorenzo l'hanno visto acquistare un modellino (di furgone) che, sembra, abbia messo sul comodino di fianco al letto. Siamo anche certi che continuerà ad accudire i suoi animali in attesa di convertirli in nobili proteine.
Danilo Giovanni: da quando lavora alla Veneta Strade ha acquisito il dono della ubiquità; lo hanno visto infatti, contemporaneamente, ai passi Falzarego, Giau, Rolle, sulle forcelle Cibiana, Staulanza e S. Lorenzo. Tutte le sere, tornando a casa, si ferma, come fosse un pellegrinaggio, ad una tipografia della zona dove controlla l'andamento di un complicato travaglio editoriale. A Lozzo il detto "Longo come la ciesa de S. Maria" sta lentamente, ma inesorabilmente, lasciando il posto al detto "Longo come al Vocabolario de Loze".Va detto peraltro che Giovanni, di ciò, non ha alcuna colpa. Tutto il paese si augura che questa sia la volta buona.
Danilo Guido: donne e motori, gioie e dolori. Riguardo alle donne nulla sappiamo (quasi nulla), ma se parliamo di motori lungo è l'elenco di storie che potremmo raccontare. Questo giovane ragazzo ha imprecato per una settimana per sistemare il mozzo di Attilio (così è conosciuto dalle nostre parti). Trattavasi del mozzo posteriore destro. Qualche giorno fa abbiamo visto il trattore di Attilio sulle ceppaie, ma trattavasi del mozzo anteriore sinistro. Dobbiamo quindi desumere che Guido passerà l'autunno sistemando gli altri mozzi che mancano all'appello. Buona fortuna.
Danilo Gianni: l'ultima volta l'abbiamo visto sfrecciare con la Jeep e cane al seguito (nel senso che era seduto dietro) verso nord, nord-est. Probabilmente, vista la velocità del trasferimento, il cane aveva qualche problema di incontinenza, ed essendo senza paletta (Gianni, non il cane) bisognava assolutamente superare i confini del territorio comunale per non incorrere nella più odiata delle multe locali.
Danilo Tarcisio (Tarci): nessuno di noi ha capito quale sia il recondito motivo per cui lo si vede sempre più spesso in quel di Danta. Ed è sempre senza motivo quel suo desiderio di mantenersi in forma correndo la sera fra le ubertose pendici di Velezza. Ma! Qualcuno sostiene di averlo visto insieme, fuggevolmente, ad un'altra persona con spiccate qualità pedagogiche. Manterremo alta l'attenzione e lo seguiremo in questo suo primo emozionante scambio di ... vedute.
Danilo Gianfranco: l'ultima volta che ci siamo sentiti era all'attacco della Dal Negro sul Ciareido (Dal Negro: trattasi di via alpinistica, non di figura femminile). Nulla ci è dato sapere invece delle "vicende danesi". Non si tratta di incontri letterari, ma di un onesto e gravoso impegno: far fare del trekking a sette (diconsi sette) ragazze danesi nel fior fiore degli anni. Ci è stato riferito che il suddetto impegno è stato portato a termine con il generale appagamento di tutto il gruppo. Che si è peraltro impegnato a ripetere l'esperienza il prossimo anno, nello stesso periodo, rigorosamente con le stesse modalità. Ci è stato garantito che Gianfranco non ha sollevato alcuna obbiezione.
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