Cosa fare se troviamo impronte che attribuiamo alla lince.

Durante la stagione estiva è difficile poter avere a disposizione una traccia lunga con più impronte da verificare perciò quelle trovate dovrebbero essere trattate quasi con "rispetto religioso"; durante l'inverno, in situazione di buona copertura nevosa, le tracce possono essere anche molto lunghe e quindi più facile avere conferme alle proprie supposizioni; fate attenzione in ogni caso perché, anche in presenza di un buon numero di impronte, spesso le migliori sono quelle che calpestiamo per prime.

  • evitare di calpestare sconsideratamente il sito del ritrovamento; muoversi con cautela guardando dove si mettono i propri piedi per evitare di cancellare tracce e impronte di grande importanza
  • in presenza di tracce verificare il passo; la lince ha un passo tra 80-100 cm, cani di media-grossa taglia 80-100 cm., la volpe tra 30-50 cm;
  • valutare visivamente le impronte guardandole da più direzioni, cercando di verificare la presenza di unghie (che le attribuirebbe ad un cane o lupo); anche la lince può usare le unghie ma solo su terreni molto ripidi ed in ogni caso sono sottili e appuntite rispetto a quelle del cane o del lupo;
  • se si ha a disposizione una macchina fotografica non limitarsi a riprendere l'impronta da sopra ma effettuare riprese da varie angolature proprio per documentare la presenza di unghie; documentare anche il terreno con riprese a pił largo campo oltre all'ambiente circostante; fate attenzione ad avere sempre un riferimento metrico all'interno della ripresa (se manca il metro va bene anche il copriobiettivo o qualsiasi oggetto che dia una idea delle proporzioni, anche la punta dello scarpone in mancanza d'altro);
  • fare il rilievo su foglio di acetato (trasparente) dell'orma o delle orme più rappresentative; chi fa escursionismo di scoperta in montagna ha già di sicuro matita e quadernetto nello zaino; si tratta di aggiungere un foglio di acetato ed un pennarello nero indelebile (zero grammi ...)
  • fare il calco in gesso dell'impronta: ne parliamo per completezza di informazione perché non è certo usuale per l'escursionista girovagare con gesso da presa al seguito; tuttavia noi abbiamo "messo a punto" un kit, di cui andiamo fieri, che si è rivelato di sicura efficacia, piccolo ingombro e peso contenutissimo (180 gr.): si tratta di una vaschetta di alluminio monouso da due porzioni (14x12 cm.) nel cui interno trovano posto una bottiglietta in plastica da 100 cc. riempita di gesso da presa, una bottiglietta da 50 cc. riempita con 30 cc. d'acqua, una comune spatolina in legno (vanno bene anche i cucchiaini in plastica con cui si mangiano i gelati), un paio di guanti in lattice monouso, un sacchetto "della spesa" in plastica e un elastico con cui avvolgere e bloccare il tutto;
  • prendere nota del luogo, data e ora in cui si è fatto il ritrovamento ed eventualmente marcare il luogo con un ometto di pietra o una piccola piramide di ramaglie (una capanna degli indiani in miniatura per capirci); se fosse necessario accompagnare sul luogo un esperto per una valutazione delle impronte trovate, potrebbero tornare di grande aiuto nel ritrovamento del sito (i ricordi svaniscono ...)
Il ritrovamento di orme di lince è un evento raro ma di grande importanza; se siamo riusciti a fare anche una parte di ciò che abbiamo precedentemente descritto è ora opportuno comunicare le nostre informazioni agli esperti del settore: Marco Catello, biologo, vice-presidente del PLI (Progetto Lince Italia), ha messo a disposizione il proprio numero di cellulare ed indirizzo e-mail per poter essere contattato in tutti i casi di ritrovamento (anche dubbiosi) di orme di questo felino:
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